Marquez fa l’americano, Pedrosa e Lorenzo guardano. E il Dottore gli passa lo scettro

Catalano, acquario, classe 1993. L’identikit di Marc Marquez, il nuovo fenomeno del motociclismo mondiale.
Il più giovane vincitore di un Gp nella classe regina del Motomondiale, uno che è predestinato dal giorno in cui è nato, o da quello in cui ha messo la mano sul manubrio per aprire il gas la prima volta.

marc-marquez

In Texas ha fatto tutto lui: pole e vittoria.
Ha frantumato tutti i record, segnato i giri migliori, fatto impazzire i suoi avversari e compatrioti Pedrosa e Lorenzo.
In un circuito tra i più difficili del circus stagionale ha impresso il suo marchio, quello che i ragazzini delle classi minori hanno sopportato per anni, come può sopportarsi una tirannia destinata a durare tanto.

Sarà la prima di una lunga serie, perchè se Lorenzo, Pedrosa e Stoner – i tre più grandi avversari di Valentino Rossi in questi anni – non sono mai sembrati eredi capaci di raccogliere anche la sua continuità, Marquez potrebbe esserne l’erede designato.
E infatti proprio il Dottore, che ieri ha finito sesto con tanti, troppi problemi, è stato il primo ad avvicinarlo per passargli figuratamente lo scettro. Forse non ancora completamente per questa stagione, ma in un futuro prossimo si, perchè il giovane spagnolo non vuole fermarsi qui.
All’identikit del primo rigo aggiungeteci anche 2 titoli mondiali, tra 125 cc e 250 cc.
Più predestinato di cosi.

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