#NBA – Western Conference preseason ranking

Episodio 2 del Ranking NBA prima ancora della prima Palla a Due, prevista tra 48 ore. Ora più, ora meno.
Stavolta, con un salto immaginario da destra a sinistra, ci spostiamo sulla costa Ovest; quella più combattuta, più equilibrata, più movimentata.
Qui, ancor di più, vale l’appello fatto per il precedente episodio: va tutto preso con le pinze, perché questi qui fanno saltare il banco sempre.

 

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1- SAN ANTONIO SPURS – Ancora una volta, e nonostante una non positivissima preseason, il primo posto è loro.
Perché? Perché sono una sicurezza, perché non hanno sfasciato nulla, ritoccando anzi il roster in modo intelligente, perché non hanno l’Anello al dito solo perché a qualche Dio del basket è parso bene sfiorare il pallone di Ray Allen trasformatosi in tripla.
Duncan-Parker-Ginobili avranno un anno in più, è vero, ma le forze fresche non mancano: primo tra tutti Belinelli, che in un sistema così intelligente non può che migliorare e fare bene, ma anche Green, Splitter, De Colo.
Occhio a Leonard. Per me il Pippen del XXI secolo.

2- OKLAHOMA CITY THUNDER – Hanno uno dei fenomeni della Lega, che probabilmente può fare il tiranno negli anni che verranno, hanno uno dei play migliori, aspettando che torni dall’infortunio, e un sistema collaudato.
Che Kevin Durant voglia smetterla di sentirsi ‘eterno secondo’ è certo, ma tutto deve girare intorno a lui: qualità e fisico ci sono, serve solo fortuna e continuità, annessa all’esperienza. E al talento di KD.

3- HOUSTON ROCKETS – I Rockets sono un po’ la Brooklyn dell’Ovest, un progetto che vuole vincere, ma più intelligente e ragionato rispetto ai Nets.
La squadra dello scorso anno è stata migliorata, non solo per Howard: Parsons potrà dimostrare tutti i miglioramenti, Lin dovrà tenere gli standard che ci si aspetta, l’inserimento di Casspi può essere colpo intelligente, Asik in panca è un lusso.
Harden è ad oggi uno dei migliori cinque della Lega, e non è cosa da poco. Non so se sono una contender, ma si divertono di sicuro quest’anno.

4- GOLDEN STATE WARRIORS – Un anno fa non l’avremmo mai detto, eppure eccoli qui coi piedi appena fuori dal podio. Non scalzano Houston solo per una questione d’esperienza, altrimenti ci sarebbe da riflettere.
Se Curry continua a dimostrarsi predestinato, con Thompson, Lee, Bogut e da quest’anno anche Iguodala, nulla è è impossibile.
Il Fattore X che può far saltare il banco è il palazzetto: giocare i Playoff alla Oracle Arena è infernale per tutti.

5- MEMPHIS GRIZZLIES – Gasol e compagni tornano per alzare ancora una volta l’asticella di quanto fatto la stagione prima. Il roster è più o meno quello dello scorso anno, e Koufos può essere valore aggiunto se sale ai loro livelli.
Il quintetto è una certezza, così come è certo che giocare contro gli Orsi sarà difficile per tutti.

6- LOS ANGELES CLIPPERS – Sono stati troppo altalenanti per metterli più in alto. In più, quest’anno si riparte da zero perché, necessariamente, con Doc Rivers in panca la musica sarà diversa.
A mio avviso il roster non è migliorato, anzi, ma la squadra va bene così perché, finalmente, dopo anni hanno un allenatore che meriti questo nome.

7- DENVER NUGGETS – Si riparte da zero, senza Coach Karl, senza Iguodala, ma con un Brian Shaw e un Nate Robinson in più.
Importante per me l’arrivo di Foye, uno che può essere il clutchman della situazione se lo si richiede.
Bisogna solo augurarsi che Gallinari torni ai suoi soliti standards, perché l’italiano è il vero valore aggiunto di questa franchigia.

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8- LOS ANGELES LAKERS – Fa strano vederli all’ultimo posto disponibile per i Playoff, ma quest’anno va così: tutti lo sanno, dev’essere una stagione di transizione, dopo la grande beffa di Howard e prima dell’anno delle grandi Free Agency.
Queste cose, però, magari non ditele a Kobe Bryant, lui non vuole sentirne di ‘transizione’, a meno che non si tratti di uno schema che lo porti al ferro.
Non mi convince la conferma di D’Antoni, uno che ha poco a che fare con Los Angeles, né tantomeno l’arrivo di Kaman. Bene, invece, gli arrivi di Farmar (ritorno) e Young, tornato nella ‘sua’ LA.
Nash e Gasol sono valori assoluti, ma solo se stanno lontani da ogni tipo di infortunio.
Poi c’è il #24, che può vincere le partite da solo quando vuole. Non ditegli che l’ho messo in ottava posizione, potrei ritrovarmelo a casa domattina.

9- DALLAS MAVERICKS – Si, sulla carta tutto bene, ma poi dovete mandarli in campo questi.
A parte l’età media, un dato non proprio dalla loro, chiedere costanza da giocatori come Vince Carter e Shawn Marion o José Calderon mi sembra un tantino azzardato.
Ellis può essere una gran mano per Nowitzki, ma tutto potrà dipendere dalle prestazioni dei più giovani: Wright e Blair possono valere una vittoria o una sconfitta.

10- NEW ORLEANS PELICANS – È un azzardo, lo so, ma i Pelicans sono il progetto che più mi affascina a Ovest.
Tolta la polvere con il nuovo nome della franchigia, il roster è un punto interrogativo, ma non è male: dovremmo finalmente vedere agli standards richiesti Davis e Gordon, punte di diamante, ma gli arrivi di Holiday e Evans sono gran bei colpi. Mi aspetto molto da Rivers e, ovviamente, il gran numero di triple di Anderson.

11- MINNESOTA TIMBERWOLVES – Bene, ma non benissimo.  Il roster è tutto un punto interrogativo, però la qualità non manca.
Rubio e Love fanno la premiata ditta, Pekovic, Shved, Williams, Martin e Barea sono sicurezze, ed hanno aggiunto anche due giovani di ottime prospettive: di sicuro Shabazz Muhammad, talento vero, e mi piace molto anche Dieng.
Chissà che non aspirino ad una salita veloce.

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12- SACRAMENTO KINGS – Squadra giovane e con possibilità di crescita. Simili ai TWolves, anche i Kings possono essere una mina vagante ad Ovest.
Nonostante la partenza di Evans, il roster mantiene un buon livello grazie all’arrivo del – per me – migliore giocatore draftabile all’ultimo Draft: Ben McLemore.
Thomas e Thornton avranno un anno in più, Fredette e Vazquez diranno la loro, ma soprattutto Cousins dovrà alzare ancora una volta il livello delle sue prestazioni.
Riuscirà Malone a gestire un gruppo con tanta qualità e poca testa?

13- PORTLAND TRAIL BLAZERS – Mi dispiace per Aldridge e soprattutto per Lillard, tra i miei preferiti della Lega, ma i Blazers non mi convincono per nulla.
Sinceramente non credo che Stotts e compagnia possano migliorare il record della scorsa stagione. E dal mercato nulla che potesse migliorare la situazione.

14- PHOENIX SUNS – Perso anche Gortat, sono poche le frecce all’arco dei Suns. Okafor potrà portare esperienza, ma tutto reggerà sulle spalle di Dragic e Bledsoe.
Sono curioso di vedere la stagione di Green e dei rookie: Christmas, Goodwin e Len possono trovare spazio e fare bene, soprattutto il terzo se sta bene fisicamente.

15- UTAH JAZZ – Mi dispiace, soprattutto perché all’ultimo Draft hanno preso Troy Burke, praticamente il mio giocatore preferito della scorsa March Madness, ma non vedo grandi traguardi per Utah.
In compenso ci sarà più spazio per i rookie, e ci si affiderà a Lucas o Richardson, piuttosto che a Kanter, il vero sorvegliato speciale delle altre franchigie.
Tinsley in regia può innescarlo al meglio, Gordon Hayward può essere un problema: resta o non resta?